Articolo scientifico della Radiologia e della Chirurgia Vascolare di Vigevano pubblicato sulla prestigiosa rivista della SIRM

L'Unità Operativa Complessa di Radiologia e l’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale Civile di Vigevano hanno prodotto in sinergia un lavoro scientifico pubblicato nei giorni scorsi su “Il Giornale Italiano di Radiologia Medica", prestigiosa rivista della Società Italiana di Radiologia Medica ed Interventistica (SIRM).
Gli autori dell’articolo scientifico, dal titolo “Iperattenuazione periprotesica alla Tomografia Computerizzata dopo trattamento endovascolare di aneurisma dell’aorta addominale in rottura: un reperto preoccupante?” sono la dott.ssa Elena Belloni (nella foto a destra) e il dott. Federico Paltenghi (Responsabili rispettivamente dell’U.O.C. di Radiodiagnostica Lomellina e dell’U.O.S. di Diagnostica Ecografica) insieme ai colleghi dell’U.O.S.D. Chirurgia Vascolare, dott. Giovanni Ambrosino, dott. Antonio Battaglia e dott. David Cossard.
L’abstract della rivista recita così: “L’aneurisma aortico vero è una dilatazione del vaso con interessamento di tutte e tre le tonache vascolari. La causa più frequente è l’aterosclerosi. La dilatazione aortica può interessare qualunque tratto dell’arteria, tuttavia la sede più colpita è quella sottorenale. Gli aneurismi aumentano di dimensioni col tempo e una delle complicanze può essere la rottura. Una diagnosi rapida di aneurisma aortico in rottura può essere effettuata con la tomografia computerizzata (TC). La diagnosi è essenziale per un adeguato trattamento, il quale avviene, quando possibile, mediante approccio endovascolare (endovascular aortic repair, EVAR), una procedura meno invasiva rispetto a quella “open”. La TC viene ripetuta nel follow-up dopo posizionamento dell’endoprotesi vascolare, al fine di escludere complicanze come gli endoleaks. Viene presentato il caso di un paziente maschio di 84 anni in cui la TC eseguita dopo 7 giorni dalla EVAR aveva evidenziato alla scansione basale aumento dell’iperdensità del trombo aneurismatico rispetto alla TC prima della procedura, in completa assenza di segni e sintomi di complicanze. Questo reperto veniva considerato allarmante all’inizio, tuttavia veniva alla fine concluso che la maggiore iperdensità fosse dovuta alla doppia somministrazione di mezzo di contrasto iodato (durante la prima TC e successivamente durante l’aortografia per la procedura endovascolare) e non all’aumento della componente emorragica nel sacco aneurismatico escluso. Questo caso sottolinea l’importanza per il radiologo di avere una conoscenza accurata della storia clinica e radiologica del paziente, per comprendere e refertare correttamente i reperti TC dopo trattamento endovascolare di aneurisma aortico addominale”.

Per i medici coinvolti nella ricerca e per l’ASST di Pavia questa pubblicazione rappresenta fonte di grande soddisfazione.

Link all’articolo pubblicato su Il Giornale Italiano di Radiologia Medica