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Come molte parole della lingua inglese, anche questa ha il dono della sintesi. In una parola così breve sono racchiusi significati molto importanti per ogni adulto che diventa genitore e per ogni neonato che viene al mondo.
In inglese bond significa attaccare, vincolare, incollare, cementare; il bonding è infatti il processo di formazione del legame tra i genitori e il loro bambino. E’ questo legame profondo, specifico, permanente (fisico e psicologico insieme), che permette di allattare, di cullare, di giocare col proprio bambino, ma anche di proteggerlo, di non trascurarlo, di non abbandonarlo.
Come tutti i processi umani, anche il bonding è un processo complesso e articolato, ricco di variabili (condizionato dall’ambiente, dalle caratteristiche dei genitori, dal tipo di parto, dallo stato di salute della mamma o del bambino, ecc.). E’ stato però valutato come sia possibile favorire il bonding e come invece questo può essere ostacolato o reso più difficile.
Il mezzo più semplice ed efficace per creare un legame stabile e positivo tra i genitori e il bambino è risultato quello di mettere il neonato nelle braccia della mamma in contatto pelle-pelle nelle due ore successive al parto, senza attuare nessuna separazione, se il loro stato di salute lo permette.
In queste prime due ore i genitori sono nel loro “periodo sensibile” e senza esserne completamente consapevoli fanno conoscenza col loro bambino reale, dimenticando quello immaginato e forse anche temuto. Rimandare questo momento significa lasciare i genitori emotivamente sospesi, rischiando di produrre in loro insicurezze e paure inconsce.
La sicurezza, la fiducia, la soddisfazione e la felicità che riesce a crearsi nelle prime ore dopo la nascita diventano quindi la base per il rapporto tra i genitori e il bambino per gli anni a venire; quella manciata di minuti contiene un grande valore.
Tra gli obiettivi di salute e di benessere sociale, il momento della nascita del bambino rappresenta indubbiamente uno dei profili più rilevanti e significativi per il settore materno infantile.
È assicurata, con riferimento alle cure in sala parto, una stretta collaborazione tra l’equipe ostetrica e quella pediatrica-neonatologica, non solo sul piano teorico ma anche su quello relazionale.
Il neonato, con la recisione del funicolo, viene affidato al pediatra che provvederà a completare la disostruzione delle prime vie aeree ed attribuire il punteggio di vitalità (Indice di Apgar). La visita medica e le manovre assistenziali sono ridotte al minimo indispensabile.
L’obiettivo dell’Azienda è fornire sostegno e assistenza a madre e neonato nelle prime settimane di vita, e promuovere l’adattamento post-natale, l’allattamento al seno, la prevenzione e la diagnosi tempestiva di patologia, organica e relazionale, e il benessere della famiglia.